Politica del “fare” per la nautica. Ne parliamo con Roberto Neglia, UCINA

Scritto da Il Mare
27 giugno 2013
Che tassa avrebbe pagato?
Della tassa di stazionamento trasformata poi in tassa di possesso ne abbiamo parlato a febbraio e maggio 2012. Ora la politica del “fare” del governo delle “larghe intese”, ha introdotto per la nautica importanti novità.
A Roberto Neglia, responsabile dei Rapporti Istituzionali di UCINA Confindustria Nautica, abbiamo chiesto di spiegarcele nel dettaglio.

Partiamo dalla norma.
Due importanti novità. Come noto c’è innanzitutto l’abolizione della tassa di possesso fino a 14 metri e il dimezzamento per le barche da 14,01 a 20 metri. Gli importi restano invariati per le unità di grandi dimensioni e i super yacht. Le barche a motore di 14,01-17 metri pagano dunque 870 euro, quelle di 17,01-20 metri pagano 1.370 euro l’anno. Permangono tutte le altre regole già vigenti: riduzione del 50% degli importi per le unità a vela (sono considerate tali quelle il cui rapporto fra superficie velica e potenza del motore espresso in KW non sia inferiore a 0,5), abbattimento per vetustà – del 15%, 30% e 45%, dopo 5, 10 e 15 anni dal 1º gennaio dell'anno successivo a quello di costruzione – esenzione per le attività commerciali (in questo caso deve pagare il locatario pro quota per i giorni di utilizzo), esenzione per il primo anno di immatricolazione.
Roberto Neglia

Poi c’è il “noleggio occasionale”.
Con il decreto “Liberalizzazioni” dello scorso anno eravamo riusciti a rendere lecito poter effettuare occasionalmente il noleggio della propria imbarcazione, attività prima proibita. La norma prevedeva un tetto di 30.000 euro per il quale è applicata la cedolare secca del 20% su quanto incassato, ma non era entrata in vigore perché il decreto attuativo è di qualche settimana fa. Ora siamo riusciti a far a sostituire i 30.000 con un limite più razionale di 40 giorni annui, anche a tutela delle imprese del settore.

Questo cosa comporta per le società di charter?
A mio avviso solo un beneficio. Lei quanta gente conosce che mette su un banchetto per affittare la propria casa al mare? Io nessuno, si va da un’agenzia e gli si dà l’incarico. Avverrà lo stesso e le società in questo modo potranno reperire le barche sul mercato privato, senza obbligatoriamente doverle acquistare tutte. Se invece si vuole ragionare con la logica della licenza chiusa dei tassinari come si dice a Roma - allora… . Ma non si va molto avanti.

Napoli, Borgo Marinari
A guadagnarci saranno anche i privati.
Si potranno permettere i costi di gestione della barca, ma ci guadagna anche lo Stato che alla fine dei conti incasserà di più.

Come funziona a livello pratico?
Per la conduzione delle imbarcazioni è sufficiente la patente nautica – per le navi da diporto è richiesto il titolo professionale – e la condotta può essere affidata a terzi, purché patentati, secondo le norme sulla prestazione di lavoro occasionale. Prima di effettuare ogni singola operazione si deve darne comunicazione in via telematica alla Capitaneria di porto e all’Agenzia delle Entrate. Basta compilare e sottoscrivere il modello in formato pdf pubblicato sul sito istituzionale delle CP - http://www.guardiacostiera.it/ - e mandarlo via mail alla Capitaneria territorialmente competente e all’indirizzo dc.acc.noleggio@agenziaentrate.it. In caso si dia luogo a prestazione di lavoro occasionale si deve darne comunicazione secondo le modalità operative già previste dall'Inps e dall'Inail in questa materia.

E a chi obietta che non è giusto pensare alle barche dei ricchi di questi tempi?
Rispondo semplicemente che ci sono barche per molte tasche, ma a costruirle son sempre operai. Che negli ultimi tre anni – a causa di politiche repressive e a pregiudizi ideologici tipo questo – sono stati persi 18.000 posti di lavoro nella produzione e 20.000 nei servizi e nel turismo nautico. Infine, che secondo il Censis ogni 3,8 barche si crea un posto di lavoro. Quindi ci si dovrebbe occupare molto di più di nautica e far tornare a crescere questo settore, come è avvenuto nel decennio 2000-2010, quando nella nautica si assumeva a mani basse.

Barca da charter
Si dice che lei sia il rappresentante della nautica in Parlamento.
No, è Ucina a essere il “sindacato” della nautica. Anche in Parlamento.

Cosa vuol dire in concreto fare questo lavoro?

Che oltre a concepire un intervento normativo, devi presentare dei conti molto affidabili sulla copertura economica. E sui tuoi documenti – a parte il vaglio politico - ci passano la lente d’ingrandimento la Ragioneria generale, il Dipartimento Finanze, l’Agenzia delle Entrate, il Legislativi dei ministeri interessati, il Dipartimento affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, i Servizi Bilancio e le Commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento e sicuramente ho dimenticato qualcuno. Devi studiare, avere la risposta su ogni possibile richiesta di chiarimenti, dati, serie storiche, riferimenti normativi e fornire al momento giusto ogni informazione utile agli organi dello Stato, che rimangono gli unici decisori.

“BOLLINO BLU” E NON CI PENSI PIU’

Dopo la presentazione ufficiale alla Darsena di Fiumicino (Roma) la macchina dle “Bollino blu” si è messa in moto grazie al rapido intervento del nuovo Comandante Generale della Guardia Costiera, amm. Felicio Angrisano. La stagione inizia dunque con un percorso di semplificazione e di coordinamento per i controlli di routine sulle imbarcazioni - in collaborazione con le Capitanerie di  porto, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato, i Carabinieri con la finalità di rendere più efficace la sorveglianza in mare, aumentando la sicurezza ed evitando duplicazioni nelle verifiche. Constatata la regolarità della documentazione di bordo, le dotazioni di sicurezza e il versamento della tassa di possesso, verranno rilasciati agli interessati un attestato di verifica e appunto il “bollino” adesivo, ad attestare per l’anno in corso che quell’unità da diporto è in regola, così da evitare controlli analoghi.  Sullo sticker è anche riportato il numero del soccorso in mare delle CP il 1530 - da attivare in caso di pericolo. Ricordiamo che contestualmente a questa iniziativa, il governo ha definito alcune direttive, in particolare specificando che le strutture operative della Guardia Costiera devono fornire in anticipo la propria pianificazione agli analoghi reparti della Guardia di Finanza e delle altre forze di polizia, in modo da programmare l’attività ispettiva, effettuare un coordinamento provinciale dei pattugliamenti in mare ed evitare sovrapposizioni fra i diversi corpi.