Salvatore Fizzarotti è un reporter romano di 43 anni, come tanti suoi colleghi è cresciuto a “pane e Zenit”. Sì perché nei primi anni ottanta quando aveva appena 20 anni non ci si poteva permettere il lusso di avere una bella Nikon nera o una mitica Leica.
La Zenit era considerata una reflex veramente “democratica”, alla portata di tutti per il suo costo contenuto, e non solo perché si fabbricava in un paese comunista. Arrivò in Italia nei primi anni cinquanta del secolo scorso, ebbe subito un largo successo E poi faceva tendenza averne una magari di quelle con il logo scritto in caratteri cirillici Зени́т che si vendevano sui banchetti di Porta Portese.
Ora che molta acqua è passa sotto i ponti e che come tutti noi ha subito il passaggio epocale e traumatico dalla pellicola al digitale, Salvatore lo ritroviamo fotoreporter affermato, con una buona esperienza alle spalle, che fa anche il docente. La sua storia professionale è ben descritta nel depliant che annuncia l’iscrizione al corso base di fotografia digitale che parte nella nostra libreria il prossimo 24 ottobre, dieci incontri per venti ore di lezioni.
Però questa piccola, per ovvi ragioni di spazio, selezione di sue fotografie lo “raccontano” più di mille parole, è un classico…
Le didascalie sono di Salvatore: “la carrellata parte dal Cairo durante le elezioni governative del 2005,quando ancora non si immaginava minimamente una primavera araba, anche se i disagi erano già numerosi. Questa foto per me rappresenta l’amore per il paese e l’energia nel lottare.
Passiamo al sisma in Pakistan scosso da un terrificante terremoto che ha provocato 80.000 vittime, l’impotenza e l'attesa di aiuti.
Manifestazione tassisti a Roma, ho scelto questa foto per il contrasto delle forze dell'ordine e la dolcezza di una bimba.”
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Fizzarotti in Pakistan |