Squali, che passione! Tante letture per incontri ravvicinati

Scritto da Il Mare
02 gennaio 2011

Dopo aver sbattuto lo squalo in prima pagina nel precedente post, ora proponiamo una rassegna di libri, più o meno recenti, presenti sullo scaffale – argomento selacei – della nostra libreria, e di conseguenza anche su ilmare.com.

La rassegna inizia con Squali, gli Dei del mare, di Gaetano Cafiero e Maddalena Jahoda, di cui abbiamo ripreso l’introduzione:
Protagonisti di eventi drammatici e sanguinosi, soggetti fantastici di leggende e miti, oggetto di culto, simboli ed emblemi delle civiltà più antiche, gli squali sono da sempre nell'immaginario collettivo. Oggi si sa abbastanza su questi animali che sono stati studiati a fondo in modo particolare per difendersene, consideratele perdite di vite umane a loro attribuibili specialmente in Australia e in Sud Africa, ma anche con un altro scopo: calcolare che cosa se ne possa ricavare, come da qualsiasi altra risorsa marina. In altre parole: come mangiarli e come non esserne mangiati. Ma non si sa ogni cosa di queste creature e alle domande sugli squali non si possono dare risposte categoriche, tale è la loro varietà di forme, dimensioni, habitat, abitudini. Taluni ittiologi mettono in dubbio addirittura il fatto che gli squali siano pesci. Secondo costoro, infatti, le differenze anatomiche tra i condritti (squali, razze e chimere) e i pesci propriamente detti (teleostei) sono tali da impedire che i due gruppi possano essere inclusi nella stessa classe zoologica. Da questo punto di vista questi esseri dallo scheletro cartilagineo, con una pelle spessa ed elastica, un sacco che tiene assemblati muscoli e organi interni come una sorta di esoscheletro, non sono veri pesci, bensì “vertebrati pisciformi”. Nel Fish HandIing and Processing, un manuale del Torrey Research Institute, è scritto testualmente: “I pesci moderni possono essere raggruppati in tre classi principali che non sono più strettamente imparentate fra loro di quanto lo siano, per esempio, i mammiferi e gli uccelli”. E secondo Z. V. Spinar “pesce non è un termine valido per uno zoologo, ma con questa parola intendiamo riferirci a tutti quei vertebrati che nuotano mediante pinne e sono primitivamente sprovvisti di arti”.  (Gaetano “Ninì” Cafiero)


Questo è un omaggio che facciamo al grandissimo Ramon Bravo Prieto, il “Cousteau” del Messico, anche lui più che amico della nostra libreria. Buceando entre tiburones l'ha scritto nel 1975 e non è stato tradotto in italiano. Avremmo dovuto editarlo come Il Mare, ma la sua improvvisa morte nel 1998 ce lo ha impedito.

Le sue ceneri riposano nella grotta dei Tiburones Dormidos. La stessa grotta – di fronte all’isola Mujeres dove viveva – e dove scoprì, primo al mondo, gli squali che dormono.
Queste parole, che non hanno bisogno di traduzione, incise su una targa di bronzo posta in quella grotta, ricordano il nostro amico Ramon: 
Ramón Bravo Prieto, protector del mar y el océano, duerme por siempre al lado de sus tiburones en esta cueva. Isla Mujeres 28-02-98.