Il
COBBRA quel particolare consorzio di musei che hanno unito forze e risorse per produrre “cultura”» ha messo a segno il secondo colpo. Proprio ieri stata inaugurata presso l’Ashmolean Museum di Oxford, in Inghilterra, la mostra:
Storms, War and Shipwrecks: Treasures from the Sicilian Seas (Tempeste, Guerre e Naufragi: Tesori dei mari siciliani) e resterà aperta al pubblico fino al 25 settembre 2016. Del consorzio, il nome è l’acronimo dei musei di Copenaghen, Oxford, Bonn, Brussel e Amsterdam ne abbiamo già parlato a ottobre dello scorso anno.
La mostra è nata due anni fa da un’idea di Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare della Regione Siciliana, che insieme a Luciano Azzarello, Ambasciatore italiano ad Amsterdam, e Wim Hupperetz, Direttore dell’Allard Pierson Museum, concepirono il progetto “Sicily and the Sea”, una mostra di archeologia subacquea basata su reperti provenienti dai fondali e relitti ritrovati in Sicilia.
La Soprintendenza del Mare ha coordinato la selezione e il prestito dei materiali di tutti i musei siciliani e alla realizzazione del progetto espositivo hanno contribuito l’Honor Frost Foundation e l’Istituto di Cultura Italiana di Londra. Dopo l’enorme successo di Amsterdam la mostra viene riproposta con alcune aggiunte riguardanti i periodi greco-romano, per dare l’idea del grande ruolo che l’isola ebbe nel corso dei secoli dalla preistoria fino al periodo bizantino.
|
I rostri “pescati” nelle Egadi |
Dopo Oxford, in autunno, nel programma di COBBRA l’esposizione arriverà a Palermo e successivamente andrà a Copenhagen e Bonn. La mostra – ha dichiarato Sebastiano Tusa – racconta la straordinaria storia dell’isola, crocevia del Mediterraneo, attraverso le scoperte dell’archeologia subacquea. Per 2500 anni in Sicilia si sono incontrate e scontrate grandi civiltà del passato. La ricchezza culturale dell’isola è stata determinata da Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni. Così la mostra esplora le radici di questo patrimonio multiculturale attraverso più di 200 reperti, tra i più eccezionali e insoliti, recuperati nel mare di Sicilia grazie sia a ritrovamenti fortuiti che a scavi programmati: dai rostri che raccontano la Battaglia delle Egadi, alle parti marmoree di una chiesa bizantina montabile.
I materiali esposti parlano del movimento di popoli, beni e idee che ebbero come centro la Sicilia: dai naviganti Fenici pionieri del commercio navale agli imperatori di Bizanzio, dagli intrepidi esploratori preistorici agli illuminati sovrani Normanni.
Per la “squadra” diretta da Tusa che ha ideato e curato la mostra è un grande successo che dimostra l’autorevolezza e l’importanza che l’attività svolta finora nel campo della ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale sommerso dei mari siciliani e delle isole limitrofe ha ricevuto al livello internazionale. Inoltre finalmente il nome della Sicilia viene associato alla rilevanza storica del suo ruolo mediterraneo in un periodo critico per la sua sopravvivenza.
Da sottolineare infine che erano anni che la Sicilia aveva soltanto la funzione di “ente prestatore di opere d’arte” per mostre ideate da altri. Con la Soprintendenza del Mare la situazione si è ribaltata