Tre milioni di caratteri per descrivere codici e consuetudini nella storia del commercio marittimo

Scritto da Il Mare
13 dicembre 2010
Sì, è proprio così. Antonio Lozzi 58 anni di Terracina,  oggi responsabile dei traffici di un’importante società di navigazione, ha pigiato più di tre milioni di volte, virgola più virgola meno, sulla tastiera del suo computer per scrivere i due imponenti volumi da 450 pagine ciascuno, editi da Mursia, sulla storia dell'uomo in mare e della navigazione dal titolo Codici e Consuetudini nella Storia del Commercio Marittimo. Il primo volume parte dal 5000 a. C. con il Codice di Hammurabi per finire alle Repubbliche Marinare. Il secondo invece va dal Medio Evo al XIX secolo.

 Antonio, appena diplomato si imbarca come Capitano di lungo Corso, ha navigato in lungo e largo in giro per il mondo  su petroliere e navi da cargo, a trent'anni finisce a terra per lavorare negli uffici di una compagnia di navigazione, poi fa il mediatore marittimo, è sensale nella compravendita di navi fino a diventare dirigente dell'ufficio noleggi, comincia a trattare tutti gli argomenti che hanno a che fare con i noli: contratti, clausole, regolamenti, leggi. Agli inizi degli anni ottanta, casualmente, si imbatte in uno dei più antichi codici marittimi del medioevo: le Tavole Amalfitane.
Antonio Lozzi
Veri e propri codici che descrivono le consuetudini marittime della città di Amalfi nell'epoca d'oro delle repubbliche marinare e scopre che nel suo lavoro non è stato inventato nulla, molte clausole e regolamenti dell'epoca sono identiche a quelle che si usano oggi. I concetti i principi generali del trasporto marittimo erano più o meno gli stessi. Da qui inizia la sua ricerca in giro per le più importanti biblioteche e musei. Si rende subito conto che le tavole sono la base dei successivi codici, e le amalfitane erano a loro volta basate su codici più antichi, il bizantino, il codice marittimo romano e il greco, per arrivare a quello che è considerato la pietra miliare: il codice di Hammurabi, re di Babilonia nel 2300 a. C.

La stele in diorite , ritrovata a Susa, contiene il celebre testo del Codice di Hammurabi: nella scena al vertice il re babilonese (in piedi) riceve dal dio della giustizia shamash (che ha in manog li attributi del potere) le 282 leggi della raccolta (Parigi, Louvre)
Tutto il mondo dei commerci antichi nasce in Mesopotamia nella confluenza del Tigri con l'Eufrate, dove nascono civiltà e religioni. Amurabi, grande legislatore, scrive un imponente codice che è scolpito su un pietra alta due metri e venti conservata al Louvre, e una decina di capitoli di questo fanno riferimento ai codici marittimi.
Dieci clausole marittime pietre miliari degli odierni codici della navigazione.
Da quel momento inizia la grande passione di Antonio per la ricerca, che dura più di 20 anni, degli antichi codici marittimi  che sono stati alla base dello sviluppo della nostra civiltà dal punto di vista economico, il commercio marittimo è stata l'unica formula perché le civiltà si sviluppassero
La ricerca lo porta a visitare decine di biblioteche in tutta Italia oltre che al British Museum, alla Columbia University, e poi centinaia di libri comprati in librerie di antiquariato per finire mette le mani  con un colpo di fortuna in un negozio a Barcellona su 5 volumi con la raccolta delle leggi marittime anteriori al secolo XVIII, cosa strana non c'è la tavola di Amalfi perché ancora non era conosciuta.
Inizia così a creare una collezione sterminata e comincia a scrivere commenti e interpretazioni dei libri  fino a trovarsi tra le mani un file con più di tre milioni di caratteri.
A quel punto, circa 2 anni fa, manda a diversi editori il manoscritto di circa un migliaio di pagine, tra questi risponde Mursia che in quattro e quattrotto decide di pubblicarlo nei due volumi che trovate in libreria. due volumi sono corredati di un importante apparato iconografico che aiuta a immedesimarsi nella descrizione degli eventi e a comprendere, meditando sul quelle rappresentazioni, “fotografie” di epoche passate, quanto sia stato importante il commercio marittimo.
Imbarcazione Assira

Codici e consuetudini nella storia del commercio marittimo. 
Dal Codice di Hammurabi alle Repubbliche Marinare
Di Antonio Lozzi, pagine 464 (testo: 432 + inserti: 2/16) 
€ 24,00

Il bacino mediterraneo, 
crocevia antichissimo di civiltà,
 custode delle irripetibili testimonianze
 del nostro passato, è molto più di un mare,
 di un mezzo di trasporto, dello stereotipo 
“della culla della civiltà”.
Dal 5000 a.C. fino al Medioevo, codici, commerci, trattati, dispute, regolamenti, leggi, editti e molti altri argomenti, in ordine cronologico e con fonti documentate. 
Si parte dalla raccolta più antica di usi marittimi, rappresentata dal famoso codice di Hammurabi, e attraverso la legge mosaica, contenente disposizioni marittime, si giunge alla nascita della legislazione commerciale dell’antica Grecia, al sistema giuridico romano, ai testi giustinianei, ai codici medievali e infine agli statuti delle Repubbliche Marinare. 
Nella ricerca storica, Lozzi alterna il testo di analisi a citazioni, muovendosi tra Platone, Erodoto e Omero, facendo così del libro una particolarissima antologia storica.
Codici e consuetudini nella storia del commercio marittimo. 
Dagli statuti delle città italiane ai codici del Regno d'Italia
Di Antonio Lozzi, pagine 456 (testo: 432 + inserti: 1/16 e 1/8) 
€ 24,00
I cittadini dei Comuni italiani,
 ispirati dalle attività commerciali,
 iniziarono a mettere per iscritto le regole 
della loro convivenza, per ordinare
e organizzare la loro vita politica,
 giuridica ed economica, rapportandola 
all’ambiente mercantile in cui essa si formava.
Arabi preislamici e il mare
Imbarco delle merci, minatura medievale
 La storia dei codici marittimi di commercio a partire dal Medioevo fino al XIX secolo. 
Lozzi, grazie all’accurata analisi dei documenti storici, che a tratti si fa persino interpretazione letteraria delle fonti, traccia una storia dell’Italia attraverso la navigazione e le sue leggi. Nel Basso Medioevo, il desiderio di affermazione dei ceti emergenti delle Repubbliche Marinare si concretizza nella produzione di statuti, espressione di una forte coscienza unitaria. 

I secoli scorrono insieme alle norme: dagli statuti al tempo delle Crociate, dalla complessa normativa sul noleggio e sul prestito alla consuetudine al tempo dei pirati. E proseguendo ancora attraverso il consolato del mare e il codice napoleonico, la ricerca si conclude a metà dell’Ottocento, esaminando il diritto marittimo del Regno d’Italia.