Alla buonora! Almeno il Corriere se ne è accorto, gli altri ancora nulla. Il 18 marzo la notizia, a firma Roberto Russo, l’ha pubblicata sull’edizione del Mezzogiorno dedicandogli una pagina titolando “Poeti e scrittori meridionali del ’900 cancellati dai programmi per i licei”. Il 21 marzo invece sull’edizione nazionale, sempre una pagina, per la precisione la 35, a firma di Paolo Di Stefano, titolando “Se la scuola cancella le regine delle lettere”.
Eppure Pino Aprile, che sarà nostro ospite
in libreria il 27 marzo, più di quattro mesi fa, nel 2011, a quella stessa notizia non solo ha dedicato un intero capitolo del suo
Giù al Sud, per la precisione il 36 e titolato “I poeti estinti”, ma l’ha segnalata come una “porcata” nelle tantissime interviste e trasmissioni alla radio e alla televisione. La notizia si riferisce alla circolare del 2010 con la quale una commissione di esperti nominata dall’allora ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha stabilito le linee guida degli insegnamenti che il Miur ritiene importanti per gli studenti delle scuole superiori.
“Così – ha scritto Aprile – per ordine del ministero della Pubblica Istruzione, gestione Gelmini, sono stati cancellati dal programma scolastico dei licei tutti gli autori e i poeti meridionali del Novecento.
Nel documento “indicazioni per il curricolo”, destinato agli insegnanti e alle case editrici di libri scolastici, si dettano i nomi degli autori attraverso la cui opera va insegnata la letteratura italiana del secolo scorso: non c’è un meridionale. Niente Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Alfonso Gatto, Leonardo Sinisgalli, Corrado Alvaro... via persino Quasimodo, premio Nobel. Via tutti: in cento anni, garantisce il ministero dell'istruzione ariana, il Mezzogiorno non ha partorito un solo autore degno di essere segnato ai liceali italiani!”
Sì è così! La Gelmini nella parte delle linee guida «imprescindibili» per la letteratura del quinto anno (quella del XX secolo) la commissione ha tagliato dal percorso formativo poeti e scrittori meridionali ma anche di sesso femminile (Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Anna Banti, Anna Maria Ortese) e, in poesia, Amelia Rosselli e in parte Alda Merini).
Capolavori dei principali poeti e scrittori meridionali del Novecento scompaiono dai programmi scolastici dei licei e degli istituti superiori!
Ecco cosa dicono per il liceo classico e, dunque, per gli altri cinque indirizzi: “Dentro il ventesimo secolo e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio, Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto... ). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, Primo Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…)”.
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Capitolo 36 di Giù al Sud |
“Non c’è un meridionale! – scrive indignato Pino Aprile – Nelle ministeriali “indicazioni” non vi è soltanto il rifiuto della cultura del Sud ma anche la convinzione dell’estraneità di questa poesia dalla storia nazionale. Da cui viene sbattuta fuori, ape legis, per legge! Non basta nemmeno il premio Nobel per rientrare nei criteri “meritocratici” dell'accidentale ministro alla Pubblica istruzione, Gelmini da Brescia. Sulla scorta delle cui “indicazioni” – conclude il capitolo numero 36 Poeti estinti – nei libri di testo, Quasimodo sarà considerato autore quasi secondario, avrà meno spazio, scomparirà quasi del tutto. Gli autori meridionali, che avevano avuto un loro spazio nei decenni passati, saranno confinati a realtà regionali, mentre la letteratura “vera”, quella che
conta, che resterà, sarà quella dell’Italia vincente ed europea. L’Italia meridionale, al limite, potrà essere anche letterariamente una colonia del Nord, ai margini della storia nazionale».
Ma il Corriere ci informa che “Il Centro di documentazione della poesia del Sud” di Nusco, il paese natale di Ciriaco De Mita, ha invitato tutte le scuole d’Italia a chiedere al Governo di riparare al torto.
Sarebbe il caso che tanti altri si impegnassero. O no? Noi, nel nostro piccolo lo facciamo pubblicando questa notizia nella speranza che tanti la leggano o la riprendano. Il Web è grande…