iuniti in questo volume e accomunati dal tema del viaggio, Donna di Porto Pim e Notturno indiano sono ormai due libri di culto, citati con ammirazione da scrittori quali Enrique Vila-Matas, Jhumpa Lahiri e Salman Rushdie. E se Tabucchi viaggiò davvero per le isole Azzorre e attraverso l’India, anche i suoi personaggi sono esseri inquieti, mossi dalla ricerca di qualcosa che si trova oltre il visibile. In Donna di Porto Pim si narrano incredibili storie di mare e di naufragio: «è come una barca a remi che naviga con destrezza tra gli scogli sommersi: la malinconia, la saudade, il melodramma, il revival» (António Mega Ferreira). Il protagonista di Notturno indiano, invece, si mette in cammino per andare alla ricerca di un misterioso amico portoghese di cui si sono perse le tracce in India. Vagabondando tra alberghi, ospedali e stazioni «perdersi sembra inevitabile», scrive Tim Parks nella nuova Introduzione al romanzo. «Eppure la narrazione prosegue con grande chiarezza e rapidità. Frasi spigliate, mosse decise, capitoli brevi, ognuno che evoca (meravigliosamente) un nuovo posto, presenta (con brio) un nuovo personaggio». Enigmatica, ammaliante, è forse la quête incongrua di qualcuno che sta cercando se stesso.
Data pubblicazione
24/03/2022