Nel libro, un bruco sognatore, un cane vagabondo che progetta viaggi in mare, una formica anarchica, una pudica giovane vongola napoletana ci scuotono e ci aiutano a vedere. Sembrano darci il coraggio di parlare delle cose che contano davvero. Tre scrittori si provano qui a restituire la voce a quei viventi che spesso certa tradizione letteraria rappresenta riduttivamente a nostra immagine e somiglianza attribuendogli solo i nostri sentimenti elementari. Gli animali hanno già parlato nella mitologia e nei bestiari medievali, dove sono destinati a veicolare significati simbolici e credenze; nei riti sciamanici, dove assumono ruoli salvifici e taumaturgici e conferiscono poteri; o nelle favole, dove traggono d’impaccio i protagonisti con l’aiuto della magia. Eppure, a ben guardare, la favolistica, da quella greca a Fedro a Walt Disney, non mostra nient’altro che animali con corpo da bestia e carattere umano. In breve, sono stati umanizzati e ne hanno avuto un danno. La loro identità ne è uscita appannata e contraffatta. Nei racconti di Magliani, Sartori e Morelli, ognuno con il suo stile, decidono di farsi sentire. Ci chiedono di riconvertire la nostra immaginazione, di riorientare lo sguardo, di riaprire un margine dove il loro mondo possa sedurre il nostro orecchio e disporci all’ascolto della vita pulsante, brulicante, debordante del regno animale.
Data pubblicazione
05/05/2019