Le imprese di Francis Drake, il grande corsaro inglese al servizio della regina Elisabetta I, hanno qualcosa di veramente epico. Fu un uomo capace di sfidare da solo, dopo gli iniziali raid condotti nel Mar dei Caraibi, l’impero spagnolo in America, tra il 1577 e il 1579. Durante le sue navigazioni, Drake e suoi uomini affrontarono battaglie sanguinose e violente tempeste, compiendo al contempo eccezionali scoperte geografiche, come il braccio di mare tra la Terra del Fuoco e l’Antartide che ancora oggi porta il suo nome. Poi risalirono tutta la costa americana del Pacifico fino alla California, con l’intenzione di attraversare lo Stretto di Bering per tornare in Inghilterra percorrendo il mitico passaggio a Nord-Ovest. Il progetto fallì, portando però a un’altra impresa. Come rotta verso casa, infatti, Drake scelse di compiere il giro del mondo attraverso gli oceani Pacifico, Indiano e Atlantico, il primo inglese nella storia a farlo. Con questo viaggio si ponevano così le basi del futuro impero globale dell’Inghilterra. Ma il ‘drago’ compì tutto questo da solo? In realtà al suo fianco si trovava Nuno Da Silva, un pilota portoghese che aveva rapito nell’arcipelago di Capo Verde e che gli svelò la rotta del passaggio nello Stretto di Magellano. Nuno, condannato per eresia dall’inquisizione americana, fu condotto in catene in Spagna e venne poi graziato da Filippo II. Questa testimonianza, ritrovata dall’autore negli archivi di Lisbona, dà al libro una luce del tutto nuova e originale e ci fa conoscere un mondo nuovo affascinante e sorprendente: in queste pagine si viaggia attraverso l’Inghilterra di Shakespeare, la Spagna di Cervantes, dall’Africa della tratta schiavista all’America degli agonizzanti popoli pre-colombiani, dei cui grandi imperi l’insanguinata mano del colonialismo si stava dividendo le ultime spoglie.