Non tutti sanno che la bandiera pirata con il teschio e le tibie incrociate si chiama Jolly Roger, né che sia esistita un'ampia varietà di Jolly Rogers dove un teschio o uno scheletro apparivano insieme a clessidre, spade e cuori trafitti. Il repertorio di bandiere regolarmente riproposto dai libri divulgativi sulla pirateria è però in buona parte un prodotto del Novecento, e nessuno sa chi sia veramente l'allegro (o buffone?) Ruggero che abbia dato il nome a quelle bandiere. Questo è il primo studio approfondito sull'argomento, che traccia la storia delle bandiere dei pirati, narra la loro leggenda e spiega il loro simbolismo nel contesto culturale in cui nacquero. Dopo avere restituito a ogni capitano pirata la sua vera bandiera sulla base delle fonti d'epoca, facendo piazza pulita di errori, falsi e attribuzioni leggendarie, l'autore descrive le organizzazioni corporative e criminali del Medioevo e della prima Età Moderna col fine di decifrare il senso di quegli enigmatici vessilli. Il libro sicuramente offre un nuovo punto di vista sui “gentiluomini di ventura”, che furono certamente uomini violenti e crudeli, ma anche i depositari di un retaggio autenticamente cavalleresco.
Data pubblicazione
01/06/2020