Quattro romanzi brevi, scritti tra il 1921 ed il 1931, costituiscono per molti critici il capolavoro di Alvaro. Sono tutte storie di solitudini, proiettate su sfondi cittadini (Parigi, Berlino) o in assolati paesaggi mediterranei. L’uomo nel labirinto è un antieroe grigio ed ipocondriaco, prigioniero della propria desolazione ed espressione della crisi di tutta una nazione che si consegnava al fascismo. Il mare è un ritorno malato alla natura. Solitudine coglie l’intensità disperata del contatto erotico nell’enorme anonimato di una moderna metropoli; e L’ultima delle mille e una notte è imperniato sul potere di livellamento e di massificazione che l’Europa esercita sul mondo orientale. Raccolti secondo un disegno rivelatore, i quattro testi rappresentano stupendamente la malattia della civiltà mediterranea. Forse soltanto ora possiamo davvero comprenderli ed apprezzarli, alla luce di ciò che il nostro tempo può leggervi di sé e del proprio presente.
Data pubblicazione
01/11/2006