La guerra ha portato via a Malvina tutto ciò che di importante aveva, suo figlio e la sua memoria. Ricoverata in una casa di cura, sola, senza suo marito e senza la creatura che lì ha partorito, trascorre i suoi migliori anni, la giovinezza, la maturità. Come lei anche Celine è sola: i ricordi le parlano di un’infanzia vissuta in un orfanotrofio e di un matrimonio fallito. Incontrandosi ed entrando l’una nel mondo dell’altra, cercano di costruire quell’esistenza tranquilla che il destino ha negato loro trasferendosi in Bretagna, in una piccola casa vicina all’Oceano, dove poter ricominciare insieme, dove poter mettere finalmente ordine nelle proprie vite. Come le maree, che si alzano improvvise e che allo stesso modo si allontanano portando con sé minuscoli grani di sabbia, i ricordi delle due donne assumono le sembianze di frammenti di un passato sempre più vicino ma mai del tutto raggiungibile, mai completamente chiaro e definito, sospeso in un’atmosfera irreale tra sogno e rimpianto. In un continuo rincorrersi e sovrapporsi di passato e presente mediato da una prosa limpida e diretta, Tiziana Battestini traccia il delicato ritratto di due donne che la sofferenza unisce più di ogni altra cosa e che, forti l’una dell’altra, riescono a percorrere il non facile cammino della conoscenza di se stesse: Le maree della vita è un viaggio nella nostalgia, un percorso intimo che si apre a piacevoli tratti di colore e di fantasia. È il “domani” di chi decide di lasciarsi tutto alle spalle e di iniziare a vivere.