Gnussa, pescatore nelle acque limpide di Sestri Levante, un giorno riconosce negli occhi di un piccolo polpo lo sguardo della defunta zia Palmira, saviamente rifiuta il rischio di bollire un’anima irredenta e restituisce al mare lo spirito impolpato. Ma qualcuno trama alle spalle del piccolo Polpo, battezzato appunto Mario,… che finisce prima a lavorare come domestico presso un altro pescatore, poi viene fatto passare per morto. E in un crescendo avventuroso e divertente Gnussa e l’altro pescatore si contenderanno Mario durante un processo farsesco dove l’unico a rimanere gabbato sarà Gnussa, l’ingenuo pescatore. Ma il finale, come in tutte le leggende che si rispettino, rimane aperto! Il libro si svolge nei toni – lirici e paradossali, commossi o ridanciani – di un’epica incantata e di un barbarico divertissement. Ma il lettore scoprirà – oltre il velame dell’intrico grottesco e della bella pagina che non di rado fiorisce fra la disperazione e le risate – indizi e segnali che in filigrana svelano, come nota Carlo Bo, il paesaggio delle diverse letture possibili: il mito di fondazione, la riflessione sulla letteratura, il dialogo lucianeo, la cretineide, la novella filosofica o il puro abbandono al piacere di sperimentare l’esistenza delle cose e narrare l’innocenza e la colpa. E altro che il lettore scoprirà da sé, allegramente o no.