È il giorno di Ferragosto, al Circeo, e Arturo non ha nessuna intenzione di restarsene gomito a gomito con tutta quella gente che affolla le spiagge. Decide di trascorrere l’intera giornata in mare, veleggiando a bordo di una piccola imbarcazione nelle acque antistanti il Circeo, tenendosi il più possibile lontano dalla costa. Le ore passano, e il vento di maestrale lo aiuta a frapporre la giusta distanza tra il suo "Flying Junior" e il resto del mondo. Quello che non ha potuto immaginare, però, è doversi trovare a fronteggiare una sorta di bilancio interiore, che proprio quel giorno ha deciso di occupare senza pietà la sua mente. Ecco così che si vede costretto a ripercorrere la sua vita, tra una virata e l’altra, con motoscafi e cabinati che gli sfrecciano accanto senza un minimo di prudenza. Una vita, la sua, trascorsa tra Roma e New York, con la sensazione di non essere mai riuscito a sentirsi a proprio agio né da una parte, né dall’altra, dovendo anche fare i conti una volta per tutte con l’ombra ingombrante del padre, un famoso architetto morto dieci anni prima. Arturo tenta di salvare il salvabile, l’amore sconfinato per la vela, prima di ogni altra cosa, che all’inizio della mattinata condivide con sua figlia, una ragazza americana di passaporto e mediterranea nell’aspetto, ma il vero problema di Arturo consiste nel suo difficile rapporto con una Umanità che gli sembra incredibilmente mediocre e persino lieta di esserlo. Già, perché lui «… non possedeva nessuna certezza di essere migliore degli altri. Solo un vago sospetto, questo sì». E tra un flash back e l’altro emerge un numero inquietante di storie e leggende strettamente legate al mare, non solo quello che circonda il Circeo.
Data pubblicazione
01/04/2012