La vita, a bordo, a terra, in licenza, in navigazione e in battaglia di alcuni giovani ufficiali della Regia Marina è raccontata in questo romanzo che ricorda gli avvenimenti svoltisi nel marzo del 1942, quando una forza navale italiana si scontrò, nella cosiddetta Seconda Battaglia della Sirte, con una formazione britannica che scortava un convoglio partito da Alessandria d'Egitto e diretto a Malta. Sulla rotta di ritorno dall'Africa le navi italiane incapparono in una tempesta di inaudita violenza che provocò l'affondamento di due moderni cacciatorpediniere, il Lanciere e lo Scirocco, che erano usciti indenni dalla precedente azione. Gli eventi che fanno da cornice ai fatti principali rispecchiano la vita in guerra; i personaggi sono immaginari ma ricordano persone e situazioni reali. Il dramma del naufragio del Lanciere e del successivo salvataggio dei pochi sopravvissuti è basato sui ricordi personali di un ufficiale superstite mentre l'autore, allora imbarcato sulla corazzata dov'era destinato all'ufficio operazioni, fu testimone oculare del fortunale. Sullo sfondo aleggia l'epopea dei convogli per rifornire l'Africa settentrionale, combattuta con mezzi inadatti perché la politica mussoliniana aveva tolto l'aviazione alle forze navali, negando loro le portaerei e dotandole invece di moderne corazzate, tipo di nave già concettualmente superato, facendo inoltre mancare il naviglio sottile indispensabile per l’obiettivo prioritario della scorta al traffico mercantile destinato a sostenere lo sforzo delle truppe terrestri sul fronte Cirenaico.