“Il pescespada si suicida perché non vuole farsi pescare”. Con questa frase zu Beppe, un vecchio pescatore di Favignana, accoglie in casa sua Nino Pizzuto, giovane turista torinese di origini siciliane, al quale ha affittato una stanza per l’estate. Dapprima sorpreso, poi incuriosito, lo studente incomincia ad ascoltare i racconti della tonnara e decide di tornare l’anno successivo nel periodo della pesca. Grazie al vecchio, Nino sarà accolto a bordo delle barche che formano il quadrato della morte e assisterà alla mattanza dal vivo e a contatto coi tonnaroti. Affascinato e turbato da quella esperienza, tornerà per anni a Favignana, al punto da essere cooptato, unico forestiero, nell’equipaggio. In questo modo potrà descrivere i personaggi della tonnara e narrare le loro vite, le tradizioni, i riti, le superstizioni, le dicerie che da più di mille anni circondano la mattanza, nonché la tragedia che colpisce la famiglia di Zu Beppe. Anche dopo la chiusura della tonnara, Nino troverà il modo, con un finale sorprendente, di non lasciar morire il ricordo dei pescatori di tonni del mare delle Egadi e di tramandare le storie inverosimili raccontate dagli isolani.
Data pubblicazione
01/06/2011