La pescatrice del Platani inizia con uno straordinario viaggio in lambretta da Roma a Capo Passero, in compagnia di una ragazza svedese, attraverso un’Italia bucolica e pastorale oggi scomparsa. E continua con passeggiate a piedi lungo spiagge incantevoli, dove si nasconde il dio Pan, o gite in montagna alla ricerca di un mitico formaggio. Ci sono ritratti di personaggi per bene come Piero Guccione, Leonardo Sciascia, Francesco Alliata, e di personaggi per male come l’arcivescovo di Monreale Cassisa e molti altri ancora. Tutte le storie sono state scritte in un baglio, un’antica masseria profumata di gelsomino che guarda il Mediterraneo, diventato quasi un hotel di passo per molti continentali che scendono nel sud. La sera li potete trovare radunati all’aperto intorno a un enorme tavolo a gustare le deliziose alicette di Sciacca e zucchine e melanzane fritte al momento. Il capitolo più lungo è una sorta di storia dell’isola attraverso le vicende del vino siciliano e inizia così: «È stato solo negli anni Novanta che la Sicilia ha cominciato a sbarazzarsi di tre residui arcaici che si trascinava dietro da tempo immemorabile: il vino tradizionale, la “fuitina” e la grandezza della minchia intesa come tema ricorrente e ossessivo nei discorsi dei siciliani maschi». Come si vede, un grande libro ispirato.
Data pubblicazione
01/01/2012