È ancora troppo presto per definire i colori e i contorni degli anni di Tangentopoli. Anni che hanno portato all'azzeramento di partiti che sembravano eterni e di lobby che sembravano invincibili, e che hanno messo in luce un malcostume politico-finanziario che era diventato una regola. Uomini e cose sono stati travolti da teoremi costruiti a tavolino che condannavano prima di conoscere, valutare e giudicare. Spesso sconfitti alla prova della verità. La storia del socialista Ricotti, uno dei tanti pesci piccoli e grandi afferrati da Mani pulite, è esemplare. Vocazione, militanza, trincea, primi incarichi nel partito e poi carriera negli enti e nelle istituzioni. È la Milano da bere, quella del socialismo rampante, degli stilisti, delle grandi opere pubbliche. Tutto ciò si conclude con l'arresto del 'mariuolo' Mario Chiesa, che innesca le indagini della procura milanese. Per Ricotti l'inizio della fine scocca il sabato di Pasqua del '94. L'arresto, l'esperienza del carcere, i rapporti con una giustizia remota e quasi kafkiana. È un terremoto che non lascia in piedi quasi nulla, dalla famiglia alla professione, dai rapporti umani alla situazione economica.