«L'uomo ama il mare perché è infinito, perché sono infiniti tutt'e due, son fatti per intendersi. [...] Ma non amo il mare dei grandi porti, limaccioso e riboccante di fetidi detriti, non il mare delle stazioni balneari, ove la folla frivola o corrotta che vi si affolla, è incapace di comprendere la poesia delle burrasche e delle bonacce, dei sussurri e dei muggiti, no; invece amo, e tanto tanto, il mare infinito, profondo, frastagliamenti delle coste dove gorgoglia con note stranamente musicali, il vecchio mare.[...] Ma questi sono pensieri e sentimenti solenni, da giorni di festa, che non si possono perciò adoperare tutti i tempi e in tutti i luoghi; ci sono in mare e in riva ad esso altri spettacoli, si sentono tante voci che dilettano colla loro freschezza, colla loro spontaneità. Anime di pescatori temprate alla vita di bordo, semplici come di ragazzi, rozze ma sane; fisonomie abbronzate e pur belle di capitani, di nostromi, di mozzi, tutto un popolo poco ciarliero, poco espansivo, dal tratto risoluto e secco, come solo, tra parentesi, voi trovate nei suoi villaggi, ma che viceversa trovereste in tutte le quattro parti della terra e in tutti i mari. Costoro sono figli del mare, e l'amore che questo ispira comprende anch'essi».
Data pubblicazione
04/11/2019