«La suprema poesia di un paese come la Sicilia strappa al viaggiatore capace di intenderla dei brandelli del suo essere, e li trattiene dove il caso lo ha condotto a peregrinare. Siracusa e Girgenti, Selinunte e Taormina, l'Etna e Segesta sono amanti esigenti. Esse ci rubano per sempre un po' della nostra anima, incatenano in eterno un po' dei nostri ricordi. A compenso del loro sorriso, filtrano in noi, imperituro, un desiderio tormentoso di correre di nuovo ai loro incanti Luigi Vittorio Bertarelli». Luigi Vittorio Bertarelli (Milano, 1859 – 1926) è stato un geografo e speleologo italiano. Nel 1894, insieme con Federico Johnson e con altri cinquantacinque velocipedisti fonda il Touring Club Ciclistico Italiano, provocando il fastidio e il disgusto di chi vedeva nel velocipede poco più che una diavoleria, buona soltanto per grottesche gare sportive. Bertarelli invece si lancia in una frenetica attività allo scopo di promuovere in Italia il cicloturismo. È per l'appunto il cicloturismo ad associare per la prima volta al viaggio il mito dello spazio divorato, della velocità inebriante, grazie all'uso di una "macchina" su cui si misura la "mascolina" efficenza del viaggiatore. La bicicletta è la carta vincente del viaggiatore sportivo di fine Ottocento poichè consente un rapporto fisico diretto col territorio. Non è un caso che Bertarelli, negli anni pionieristici della fondazione del cicloturismo, si sia dedicato ben presto alla scoperta dell'estremo Sud e delle isole. Il diario del suo viaggio di ricognizione in bicicletta rivela il viaggiatore Bertarelli, misuratore attento e infaticabile di pendenze e dislivelli, descrittore minuzioso di strade ed itinerari ciclistici - tanto da far dire che «a lui si deve la scoperta dell'"Italia clivometrica" -, quando il ciclismo era considerato poco più che una bizzarra provocazione».
Data pubblicazione
01/01/1994