Già nella preistoria non mancano prove di uomini ardimentosi che si spingevano in mare alla ricerca di nuove terre e lo sviluppo sistematico, anche se empirico, della navigazione ha avuto una sua evoluzione nei secoli più antichi, fino ai giorni nostri. In ogni tempo la navigazione produceva ricchezza, non perché creasse prodotti, ma perché li trasportava facilmente; era quindi un’azione che aumentava il valore delle merci in proporzione alla distanza, ma che stabiliva anche influenze culturali di varia natura. Le ricerche realizzate dall’archeologia subacquea e i rinvenimenti sulle coste italiane, francesi, spagnole e portoghesi, dalla Campania all’Algarve, insieme a quelle algerine, marocchine e maltesi hanno consentito di identificare un’ingente quantità di informazioni proprio sugli scambi intercorsi fra le culture che si sono sviluppate nel bacino del mediterraneo tra l’antichità e l’età moderna. Proprio per questo i volumi, realizzati nell’ambito del progetto ANSER - Anciennes routes maritimes méditerranéennes - relativi a quattro Seminari incentrati sul tema generale: «Il patrimonio archeologico sottomarino e i porti antichi», danno una visione complessiva ed aggiornata di questo complesso ed articolato patrimonio culturale. Tali giornate di studio hanno, infatti, permesso di stabilire un confronto diretto fra specialisti ed operatori che studiano e gestiscono il patrimonio archeologico e di favorire scambi di esperienze sulla costruzione, l’organizzazione e gli scambi dei porti del Mediterraneo occidentale. Il primo Seminario: «Evolucion paleoambiental de los puertos y fondeaderos antiguos en el Mediterraneo Occidental» (Alicante, 14-15 novembre 2003) ha indagato, in particolare, gli aspetti paleoambientali legati, ad esempio, ai mutamenti della linea di costa e a tutti quei fattori ambientali che in qualche maniera hanno condizionato la vita di porti ed approdi. Il secondo Incontro: «Le strutture dei porti e degli approdi antichi» (Roma-Ostia Antica, 16-17 aprile 2004) ha avuto come temi principali la costruzione e l’organizzazione dei porti romani e di tutte le strutture ad essi collegate. Nell’ambito della problematica generale, sono stati esaminati diversi aspetti, da quello puramente costruttivo a quello conservativo ed all’uso ancora attuale di alcuni porti. Il terzo Seminario: «Méditerranée occidentale antique: Les échanges» (Marseille 14-15 maggio 2004) è stato dedicato alle rotte e agli oggetti di scambio nel Mediterraneo Occidentale dal IV secolo a.C. al VI d.C. Le comunicazioni sono state orientate verso la riflessione sui metodi di interpretazione archeologica di porti, scali, relitti e oggetti, per determinare le correnti di scambio, valutare i flussi e le modalità degli scambi stessi. Il quarto Convegno «Rotte e porti del Mediterraneo dopo la caduta dell’Impero romano d’occidente - Continuità e innovazioni tecnologiche e funzionali» (Genova 18-19 giugno 2004) ha permesso di fare il punto su quanto le navi, le rotte ed i porti del medioevo e dell’età moderna hanno ereditato da quelli antichi. Inoltre è stato possibile fermare l’attenzione su come tutti gli impianti e le attività terrestri che hanno reso possibile la navigazione, debbano essere presi in considerazione e cercati archeologicamente, ma anche indagati sulla base dei relitti. Per questi motivi è stato possibile comprendere come il sistema delle rotte non possa essere spiegato solo con lo studio scientifico dei singoli reperti, ma vada interpretato nel suo insieme.
Data pubblicazione
01/11/2005