È un diario di viaggio che nasce da una constatazione: l'Istria, come la Bosnia, è uno spazio multietnico violentato, dunque può diventare un moltiplicatore di pressioni nazionalistiche esterne. Ma il libro trae alimento dalla convinzione antitetica che l'Istria ha in sé i numeri per diventare, al contrario della Bosnia, uno spazio di riavvicinamento fra le due Europe. Nei Balcani l'orrore nasce dalla paranoia di far coincidere Stato e Nazione; in Istria il riconoscimento pieno delle autoctonie può diventare invece elemento di forza, anziché di debolezza, delle diverse sovranità statali.
Data pubblicazione
01/01/1994