Torna in libreria un reportage che racconta l’Istria, Fiume e un confine ancora aspro. Una regione d’Europa fondamentale, crocevia di nazionalismi e condivisioni,di confine e lingue che si mescolano, diventa paradigma di quello che siamo oggi. In tempi di giornate del ricordo, ipotesi di muri che si rialzano, rotte balcaniche, questo libro dipinge l’Istria subito dopo il conflitto nella ex Jugoslavia e ci racconta di come quel pezzo di terra sia stato e sia tutt’ora laboratorio per l’intera Europa. La riproposta di un libro poetico e politico di uno dei più grandi scrittori italiani. “Chiudo gli occhi e ne sento l’odore. Salvia, santoreggia. Fichi. Bietole all’aglio. Brughiera. Selsedine. Istria. Inconfondibile. Refrattaria all’idea di nazione, che le ha portato solo sventura. Terra di mezzo. Spazio di incontro. Le hanno inflitto una guerra. L’hanno divisa con un nuovo confine e crocefissa con reticolati. L’hanno fraintesa in tutti i modi. Molto è cambiato dall’uscita di questo libro. Ma l’Istria eterna non molla. Il profumo rimane. L’Istria è il suo profumo.” Paolo Rumiz
Data pubblicazione
10/08/2020