Nessuno, finora, aveva tentato una lettu ra sistematica di tutto Vittorio G. Rossi, nonostante i suoi venti volumi, i quattro premi letterari, le traduzioni in dodici lingue, le migliaia d'interventi critici, il tren tennale successo delle sue originali scritture. Il saggio di Domenico Galati Ventura affronta il t'ema con metodo nuovo. Non vuole imporre un suo giudizio. Vuole che il giu dizio il lettore lo .formuli estraendolo per sonalmente dopo l'interpretazione di tutte le opere del Rossi. L'autore « esegue » fedel mente le composizioni del viaggiatore poeta, giungendo a risultati di una profondità assolutamente in sospettata in uno scrittore spregiudicato e popolare. Inutile sarebbe stato inserire Rossi nel l'ambiguo contesto delle correnti poetiche novecentesche; inutile formulare autoritariamente una valutazione non suffragata da testi convincenti che non fosse, insieme, godimento immediato e innegabile. Sicché questo volume risulta, anzitutto, un piacevole giro del mondo, ricco di meraviglie primordiali, di emozioni estetiche, di saggezza sempre antica e sempre nuova; anche l'orno sanza lettere, che abbia conosciuto uno solo dei libri dell'infaticabile scrittore marinaio, troverà qui una guida pronta a di svelare bellezze impensate. Ma la sorpresa più stimolante è riserbata alla critica: senza sterili polemiche, ma anche senza esitazioni, è qui proposta la tesi che lo scrittore notissimo praticamente è rimasto sconosciuto, e che la «poesia vissuta» del viaggiatore ligure dovrà essere unanime mente proclamata come una singolarissima creazione artistica del nostro Novecento.
Data pubblicazione
06/12/1967