C'è un luogo riparato, una specie di cittadella inespugnabile o di baia segreta, dove il mio numero di telefono continua a essere 602146, mia nonna materna continua ad avere settantatré anni e io d'estate continuo a mangiare tacconi al pesce, in Abruzzo. Fuori da questo luogo riparato, il mio numero di telefono è cambiato diverse volte e mia nonna materna è morta ultranovantenne. L'Abruzzo invece è sempre lì, ma non ci torno da una vita." Le parole che aprono "La zia subacquea e altri abissi famigliari" contengono già tutto l'incanto prodigioso e paradossale che percorre ogni pagina del libro. Se è vero, infatti, che solo il narratore ha una nonna che continua ad avere settantatré anni, un numero di telefono che non smette di essere 602146 e un Abruzzo tutto suo, è altrettanto vero che il luogo riparato, la baia segreta di cui parla Enzo Fileno Carabba esiste nel cuore di ogni essere umano. "La zia subacquea" si regge proprio sull'equilibrio miracoloso tra quanto c'è di unico e irripetibile in ogni singolo individuo e quanto invece è universale e comune a tutte le esistenze. E l'argomento del libro è un tema apparentemente intimistico ma in realtà capace di squarciare il velo sugli abissi più profondi della letteratura di ogni tempo: il racconto in prima persona di una vita, la storia di una famiglia, di un uomo, dall'infanzia alla paternità. La scrittura è l'unico modo di salvare il proprio irripetibile patrimonio di affetti ed esperienze...
Data pubblicazione
01/11/2015